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domenica 24 maggio 2015

La vostra tristezza si cambierà in gioia

Durante gli ultimi due incontri, i giovani universitari del gruppo FUCI Cosenza hanno riflettuto sul tema della gioia cristiana partendo dall’analisi di uno scritto di Padre Lino Pedron – religioso e sacerdote della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore (dehoniani) – dal titolo: “La gioia cristiana”. La divisione in piccoli gruppi/laboratorio ha permesso uno studio attento e approfondito analizzando i vari aspetti che emergevano dal documento.

È difficile in questo tempo e in una società tanto assopita dalla noia e dall’indifferenza credere di poter vivere nella gioia perché la si associa ad una mancanza di problemi, ad una stabilità economica e alla realizzazione della carriera. Il mondo attuale rischia di cadere in “una tristezza individualistica che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata dei piaceri superficiali, dalla coscienza isolata”, scrive Papa Francesco. Ma è proprio questo mondo ad essere alla ricerca della vera gioia e avverte una profonda sete di felicità.

Cos’è la gioia e da cosa nasce? Il tema della gioia è sempre presente nella Sacra Scrittura. Nell’Antico Testamento il popolo d’Israele è perseguitato e afflitto da molte tribolazioni eppure non perde la speranza di una felicità futura perché il suo Dio non lo abbandona: "Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi, e non vi respingerò. Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio popolo. Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese d’Egitto" (Lv 26,11-12). E ancora: "Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza" (Ne 8,10). Evidente è la gioia dell’attesa annunziata dai profeti: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda... Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9,1-6). Se l’Antico Testamento è preludio alla gioia cristiana, nel Nuovo la gioia viene dalla presenza viva del Cristo: "Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11). C’è la gioia dell’Incarnazione e del Natale Annunziata dall’angelo (Lc 2,10), scoperta dai pastori (Lc 2, 20) e dai magi (Mt 2,10), manifestata dal vecchio Simeone e dalla profetessa Anna (Lc 2,25-38). Una gioia che parte dal Natale e arriva al tempo di Pasqua dove emerge l’atteggiamento gioioso dei discepoli "Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo" (At 2, 46-47).

Una gioia esplicitata anche dai padri della chiesa sin dall’antichità: "era pieno di coraggio e allegrezza e il suo volto splendeva di gioia", scrivono del Vescovo San Policarpo nell’affrontare il martirio. E ancora, S. Agostino scrive: “la tua gioia