Si è svolto ieri, 26 Novembre
alle ore 17:30, l’incontro dibattito “I giovani e la scelta universitaria,
l’evoluzione nel tempo” con il quale la FUCI “Francesca Gallo” di Cosenza ha
inteso celebrare l’annuale appuntamento della Settimana dell’Università che
quest’anno aveva come tema: “Essere universitari: alle radici di una scelta”. Dopo
un breve accenno della presidente-moderatrice Jessica Ritacco alla FUCI e alle
sue attività, fra le quali appunto la settimana dell’università, la parola è
andata ai due relatori: il Prof. Pietro Fantozzi, ordinario di Sociologia dei
fenomeni politici e Piervincenzo Spanò, Dott. in Ingegneria Informatica.
Il primo ad intervenire è stato il Prof. Fantozzi il quale ha delineato la figura dello studente e la sua evoluzione in un contesto di un’università relativamente “giovane” qual è l’Unical. Attingendo al suo vasto bagaglio di esperienze, egli ha ricordato i primi tempi dopo la fondazione del campus universitario quando, insieme ad altri celeberrimi professori fra i quali Beniamino Andreatta e Pietro Bucci, iniziò a lavorare con una grande aspettativa (a suo dire rivelatasi un po’ utopistica) di generare un movimento di cambiamento socio-culturale per l’intera Calabria. A quei tempi gli studenti iscritti erano qualche migliaio, anche grazie all’impostazione con cui era stata creata l’Università; il tetto massimo di iscritti era fissato infatti a 12000 perché “l’obiettivo era lavorare sulla qualità e non sulla quantità”. Negli anni ’70 - ’80 gli studenti del campus erano in maggioranza di estrazione povera. Nonostante le condizioni economiche non eccezionali, questi erano “persone semplici, dignitose, ragazzi curiosi di conoscere ma anche dallo spiccato senso pratico”. Per il Prof. Fantozzi lo scorrere degli anni, oltre allo scontato miglioramento delle condizioni economiche, ha determinato una “razionalizzazione” dei ragazzi, intesa come capacità di progettare, calcolare, non agendo d’impeto. Questo dovuto fra le altre cose all’influenza della società, divenuta sempre più piena di scadenze, appuntamenti da non fallire e continui andirivieni. La vita di campus ha inoltre aiutato, a suo giudizio, a cambiare la